Piero Menegazzi, guardian grando della Scuola Grande di San Teodoro

La Scuola Grande di San Teodoro ha il vanto di essere la più antica. Nella chiesetta di San Teodoro, nel luogo ove è poi stata sopraedificata la chiesa di San Marco esisteva una confraternita che venerava il Santo bizantino, primo protettore di Venezia. Da lì nel 1258, dopo la venuta del nuovo patrono san Marco, si spostò nella chiesa di san Salvador presso il convento dei padri Agostiniani. Ottenuto uno spazio all’interno del chiostro per poter svolgere le funzioni religiose, i confratelli preparavano anche pranzi per i poveri e si dedicavano ad altre opere caritative. A san Salvador nel 1259-61 fu traslato anche il corpo di San Teodoro e il santo fu posto in un' urna sistemata alla destra dell’altare maggiore. Nelle festività solenni veniva portato in processione dai Confratelli, con trombe, labari e ostensori, attraverso le Mercerie sino a san Marco, essendo il compatrono di Venezia (la statua in marmo che lo rappresenta si trova sopra una delle due colonne a San Marco in Piazzetta).

L' edificio della Scuola fu edificato all' inizio del 1460 e finito nel 1660. grazie anche alla donazione di 30.000 ducati di un ricco mercante, un certo Galli. Come le altre Scuole Grandi anche la Scuola di San Teodoro faceva opere caritative: dava la dote alle ragazze povere da sposare, pagava le spese per i funerali ai poveri, sosteneva le vedove dei Confratelli defunti e così via.  

Con l’arrivo di Napoleone Bonaparte e dei Francesi, purtroppo, la Scuola è stata depredata di tutto il suo patrimonio e adibita prima a magazzino, poi a negozio di antiquariato e infine a cinematografo. In seguito, di tutti i suoi beni passati al demanio, si è riusciti a trovare  la sola croce astile, che attualmente si trova “parcheggiataalle Gallerie dell’Accademia. Dopo la ricostituzione della Confraternita, e qui leggo un passo dell'intervento dal Card. Urbani che nel 1960, in occasione della riapertura della Scuola, diceva:

Ricordo che sin da ragazzo, quando avevo occasione di passare per il Campo S. Salvador, mi dava tristezza veder adibito ad un uso profano un edificio che a me, ignaro ancora di storia, pareva una chiesa o comunque un luogo sacro. Più tardi seppi che la severa facciata del Sardi, costruita nella metà del '600, era l’ultimo tocco della Sede della Scuola Grande dei Merciari, ultima delle sei Scuole Grandi, riconosciuta allora dalla Repubblica Veneta, ma forse di tutte la più antica, se rivendicava la sua prima origine nella “fraterna”, sorta in onore del primo Patrono di Venezia, nella chiesa a Lui dedicata, nei pressi del “Palacium” dogale. Di certo non prevedevano allora che, a distanza di mezzo secolo, la provvidenza mi riservava l’onore e la soddisfazione di coronare l’opera intrapresa da parte di egregie persone, in prevalenza commercianti e artigiani, ricostituendo con mio Decreto, in data 15 agosto 1960, l’antico Sodalizio, come primo avvio al riscatto della stupenda Sede e per il ripristino di quelle finalità sociali che, nella cornice dei tempi nuovi, conservano intatto il loro valore ed operante la loro funzione”.

Quindi nell’agosto del 1960, grazie soprattutto all'interessamento del Card. Urbani, del Prof. Bacchion, del Comm. Fabbri e con il fondamentale intervento della Banca Cattolica del Veneto, la Scuola si è ricostituita nello storico edificio di Campo san Salvador. Il passaggio della proprietà dall’ente proprietario, che era un ente caritativo, è avvenuto tramite lo Studium Cattolico, presieduto dal Prof. Bacchion, perché allora la Scuola Grande non aveva personalità giuridica. Praticamente l’edificio è stato provvisoriamente passato in proprietà allo Studium Cattolico, il quale, solo nel 1995, con atto di donazione, lo ha riconsegnato alla Confraternita. La nostra attività, come prevede il nostro Statuto, si prefigge di continuare con le opere caritative, con interventi assistenziali a favore di persone che versino in comprovate difficoltà economiche; assegna annualmente borse di studio a favore degli studenti degli istituti scolastici religiosi e civili; promuove conferenze sulla storia di Venezia coinvolgendo principalmente i giovani, come abbiamo fatto e continuiamo a fare: ad esempio sponsorizziamo alcune iniziative del Comune di Venezia, lo stesso è con i concorsi che facciamo per le scuole. Abbiamo promosso, tramite la nostra consorella la prof.ssa Gramigna dei corsi sulla storia di Venezia agli alunni delle quinte elementari. Già da due anni abbiamo indetto un concorso, sempre per i ragazzi delle elementari, per temi e lavori sulla nostra città, ottenendone un grande consenso. Alle scuole dei vincitori vengono date delle lavagne multimediali; finora ne abbiamo consegnate sette, e l’anno prossimo continueremo con lo stesso impegno. Assistiamo persone bisognose: quelle che per dignità si nascondono e non chiedono, e ne abbiamo diverse che seguiamo, ma non pubblicizziamo molto questo nostro impegno.

Dovevamo, anche per Statuto e per indicazione del Card. Urbani, cercare di recuperare le opere d’arte della Scuola, qualora ce ne fossero ancora in giro, oltre alla già nota croce astile. Nel 2005, tramite Piero Pazzi, è stata rintracciata a Cattaro in Montenegro l'importante reliquia della sacra Spina già appartenente alla nostra Scuola e l’anno scorso per la festa del nostro Patrono, abbiamo ospitato a Venezia il parroco di Dobrota, custode della reliquia, che è stata esposta per circa un mese nella Biblioteca Marciana. Abbiamo saputo che il Seminario Patriarcale poteva essere in possesso del nostro gonfalone, dipinto da Palma il Giovane (purtroppo è stato impossibile rintracciarlo!). Della croce astile, ora all’Accademia di Belle Arti, non parliamo perché la Sovrintendenza ha chiarito che ormai la preziosa croce è stata “indemaniata”. E per ultimo abbiamo scoperto che l’altare maggiore della sala Grande, si trova ora nella cattedrale di Ceneda assieme ad altri altari di chiese soppresse dal Bonaparte e venduti dagli austriaci al duomo di Ceneda inaugurato nel 1823. Sono stato lì a vedere il nostro altare. L’altare non è più recuperabile, ma si trova in ottimo stato di conservazione.

Il nostro vantaggio, comunque, è quello di avere la Scuola nel cuore di Venezia, comodamente accessibile a tutti. Durante gli anni della rinascita l'abbiamo restaurata e modernizzata, con i redditi provenienti soprattutto dai concerti che ospitiamo. C’è una ditta seria che propone dei concerti di musica classica e operistica rivolti principalmente ai turisti e dati nella nostra Scuola, così da questa attività noi ricaviamo quanto è necessario per i restauri e per le enormi spese di manutenzione. Metà del ricavato va in restauri e l’altra metà in opere caritative. Continuiamo in questa nostra opera, abbiamo bravi volontari e, da bravi commercianti, cerchiamo di fare dei buoni investimenti per la Scuola.